11 Dic
La Cooperativa Archeologia di Firenze ha iniziato il restauro del Memoriale italiano di Auschwitz, un opera d’arte nata su un progetto dello Studio BBPR di Milano, uno dei più importanti studi di architettura del ‘900 italiano, affrescato da Pupino Samonà, ispiratosi allo scritto “Al visitatore” di Primo Levi.
Realizzata nel 1979 grazie alla sottoscrizione dei parenti dei deportati e alla collaborazione di alcuni intellettuali del Novecento, il Memoriale italiano di Auschwitz fu inaugurato nella primavera del 1980, alla presenza di decine di ex deportati giunti dall’Italia, di rappresentanti delle Comunità ebraiche italiane e dell’allora ministro Marcora in rappresentanza del governo. Il percorso all’interno dell’opera , lunga oltre 200 metri, rievoca l’incubo del deportato con simboli e volti che illustrano l’ascesa del fascismo, la lotta partigiana, le deportazioni razziali e politiche; il bianco del movimento cattolico, il rosso del socialismo, il giallo delle stelle di David, imposte agli ebrei nella persecuzione.
Il Memoriale è stato chiuso al pubblico dal luglio 2011 per decisione della direzione del Museo che ha ritenuto che l’installazione italiana non corrispondesse più alle linee guida emanate dal Museo negli ultimi anni.
Nel 2016 l’opera è stata smantellata e trasferita a Firenze. I lavori di restauro si dovrebbero chiudere nella primavera del 2019.