04 Gen
Modena, 4 gennaio 2020 – Nel 2002, in una cantina di Modena vengono ritrovate due casse di legno contenenti 96 volumi, per la maggior parte in tedesco, editi nei primi decenni del Novecento. Grazie al timbro Delasem (Delegazione per l’assistenza agli emigranti ebrei) – Villa Emma, è stato possibile stabilire una relazione tra quei libri e la storia dei ragazzi ebrei accolti e salvati dalla comunità di Nonantola tra il 1942 e il 1943.
Quei libri, ora patrimonio della Fondazione Villa Emma, restaurati dal Laboratorio di Formula Servizi, hanno alimentato sogni e pensieri di adolescenti e giovani, offrendo ore e ore di lettura che hanno contribuito ad allontanare preoccupazioni ricorrenti. Testi che hanno supportato le attività di studio degli studenti costituendo elemento fondamentale della formazione dei ragazzi, formazione in conoscenze e in addestramento ai lavori agricoli e artigianali. Dai loro titoli emerge un quadro della cultura mitteleuropea tra gli anni Trenta e i primi Quaranta: un tuffo nel cuore del dibattito sociale, politico e culturale di quei tempi. Romanzi e saggi in cui vengono toccati temi tra i più vari: problematiche di tipo educativo, teorie del femminismo, dibattito su patria e nazione, desiderio di mettersi in viaggio verso la Palestina, relazione città/campagna, scenari di storia ebraica e tedesca; e poi romanzi di formazione, dizionari per imparare altre lingue, libri di preghiera. Un tesoro della nostra storia che costituirà un tassello significativo della memoria di una comunità e della solidarietà con cui la stessa ha saputo proteggere il comune destino umano.