31 Mar
Trecento milioni di euro incagliati, in Basilicata, in seguito al decreto del Consiglio dei ministri del 16 febbraio scorso sull’interruzione della cessione dei crediti e dello sconto in fattura. Un migliaio di posti di lavoro a rischio in regione.
Per rilanciare l’allarme, le associazioni datoriali lucane, le parti sindacali, gli ordini degli ingegneri, degli architetti e dei geometri di Matera hanno incontrato il 30 marzo il prefetto di Matera Sante Copponi e hanno riscontrato, con soddisfazione, la sua sensibilità e la sua piena disponibilità a contribuire alla risoluzione di un problema che rischia di creare danni enormi per lavoratori, famiglie e imprese.
“La questione rischia di condannare il Paese, e di conseguenza la Basilicata, a una brusca frenata e a un pericoloso crollo di fiducia”, hanno sottolineato i rappresentanti settoriali di Confartigianato Matera, Agci, Confcooperative e Legacoop Basilicata, Cna Basilicata, Confapi, Casartigiani, dei tre sindacati Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil e della Rete delle professioni tecniche Ingegneri, Architetti e Geometri. Gli effetti si estenderanno a tutti i settori collegati, colpiranno le famiglie beneficiare degli interventi, con il rischio di migliaia di contenzioni con i soggetti realizzatori e le autorità preposte ai controlli”.
“La prima emergenza è lo sblocco dei crediti maturati, una misura resa ora possibile anche dal recente Manuale Eurostat del 1° febbraio 2023 che ha fatto cadere l’alibi dell’impatto sui conti dello Stato, dimostrando come il pregresso sia già interamente conteggiato nel suo deficit. Per sbloccare i crediti, occorre che li compri un acquirente pubblico di ultima istanza, coinvolgere le grandi imprese partecipate, invitare gli istituti di credito che ancora avessero capienza e consentire immediatamente agli istituti di credito di utilizzare gli F24 a compensazione di quelli maturati dalle imprese di tutte le dimensioni, dai professionisti e dalle famiglie”.
“Queste misure – hanno rimarcato al prefetto di Matera tutte le organizzazioni presenti all’incontro – risultano purtroppo assenti nel decreto legge approvato. Occorre essere compatti nel chiedere al Governo gli interventi necessari per lo sblocco dei crediti e per programmare il sostegno alla riqualificazione energetica e sismica del patrimonio immobiliare italiano per i prossimi anni”.
“Gli effetti positivi che il superbonus ha determinato sull’ambiente, sul consumo energetico e sulle finanze pubbliche hanno notevolmente ridotto se non completamente annullato l’onere reale che graverebbe sul debito pubblico italiano, che tanto preoccupa le nostre autorità nazionali e che tanto sconcerto sta creando nell’opinione pubblica italiana”.