20 Set
Pubblicato il contributo di Legacoop Produzione e Servizi sul tema del salario minimo e più in generale del mercato del lavoro in Italia, tornato al centro del dibattito politico a seguito del disegno di legge presentato dalle opposizioni parlamentari.
Il Position Paper, approvato dal Consiglio di Presidenza dell’Associazione, è il frutto di un confronto tecnico che ha visto un’ampia consultazione delle principali cooperative associate e raccoglie le valutazioni e le principali proposte di interventi della cooperazione di lavoro.
Il documento si sviluppa partendo dalla constatazione che esiste un problema di tenuta del potere di acquisto dei salari e, allo stesso tempo, dalla consapevolezza che il salario minimo può essere uno strumento, ma non l’unico, per aumentare il reddito dei lavoratori.
“Il Position Paper – dichiarano il Presidente Gianmaria Balducci e il Direttore Andrea Laguardia – è il contributo dell’Associazione delle cooperative di lavoro al più ampio dibattito in Legacoop; spunti di riflessione che mettiamo a disposizione di tutti. Rappresenta una prima posizione dell’Associazione sul tema del salario minimo e del mercato del lavoro. Riteniamo che la manutenzione del tessuto legislativo e del sistema delle relazioni industriali non vada fatto in modo parcellizzato e che sia prioritaria la ricerca di una soluzione complessiva, che parta dalla legge sulla rappresentanza e dalla valorizzazione del ruolo della contrattazione collettiva e delle Parti sociali, provando a tenere assieme gli interessi delle imprese e dei lavoratori, come presuppongono i valori fondativi della cooperazione di lavoro.”
L’introduzione di una norma sul salario minimo può rappresentare una soluzione per le persone che lavorano al di fuori dei contratti collettivi nazionali (CCNL) o con CCNL non sottoscritti dai sindacati e dalle associazioni maggiormente rappresentative. Tuttavia, allo stesso tempo, la sua introduzione, se non accompagnata da altre norme, in primis la legge sulla rappresentanza, rischia di creare effetti negativi sul mercato del lavoro.
Riteniamo che i livelli minimi salariali debbano essere definiti dalle Parti sociali maggiormente rappresentative attraverso i CCNL di settore, i quali dovrebbero essere considerati come vincolanti per tutti, obbligando gli altri CCNL all’adeguamento.
I redditi al di sotto della soglia di povertà, soprattutto nei settori degli appalti pubblici, possono essere incrementati mediante l’introduzione di un sistema certo di revisione dei prezzi da parte dei committenti, che tenga conto anche degli aumenti contrattuali, oltre alla possibilità di uscire definitivamente da gare al massimo ribasso.
Una eventuale soglia stabilita per legge dovrebbe essere sottoposta a una verifica continua, che tenga in considerazione l’andamento generale dell’economia.
Il salario orario da confrontare con la soglia stabilita deve tenere conto di tutti gli elementi che lo compongono, quello che per consuetudine viene chiamato TEC (Trattamento Economico Complessivo).
Il Position Paper, che costituisce una prima versione cui seguiranno aggiornamenti in base all’andamento del dibattito pubblico, è a disposizione di tutti a favore del confronto e delle valutazioni sul tema all’interno del movimento cooperativo.