07 Mag
È nato nel 2008, ai bordi della via Emilia, tra Reggio e Parma. È stato uno dei primi WBO a forte presenza femminile, sostenuti da Coopfond. E dopo aver resistito anche alla crisi determinata dal Covid, ora – con l’aiuto del Fondo mutualistico ma non solo – diversifica la produzione e investe nell’economia circolare, per recuperare margini migliori e consolidare le basi per costruire il futuro dell’impresa.
È Art Lining, il workers buyout nato dalle ceneri della Lincra Srl, specializzato nella produzione di interni per cravatte d’alta moda. Un lavoro che solo tre imprese realizzano in Italia e che per la cooperativa reggiana vede tra i clienti marchi come Ferragamo, Gucci, Ermenegildo Zegna, Giorgio Armani, Marinella, Brioni e molti altri.
“L’idea della diversificazione – racconta la presidente Stefania Ghidoni – è nata partecipando al progetto Filiera Moda promosso da Legacoop Produzione e Servizi e sostenuto da Coopfond ed è un bell’esempio di economia circolare”. Un’attenzione che è nelle corde della cooperativa, già dal 2014 certificata GOTS (Global Organic Textile Standard), prima in assoluto per la produzione di interni per cravatte biologici.
“Partendo dagli sfridi di lavorazione – prosegue Ghidoni – realizzeremo prodotti imbottiti da impiegare nella cura degli animali domestici. La linea si chiamerà Delicato e la sua fattibilità è stata dimostrata da ricerche realizzate presso centro di ricerca Next Technology Tecnotessile di Prato. Abbiamo già tre potenziali clienti del Pet Product che la stanno testando con l’obiettivo della sua immissione sul mercato”.
Per sostenere l’acquisto delle attrezzature necessarie ad avviare la nuova linea è sceso in campo Coopfond ma non solo: i soci istituzionali CCFS e Boorea manterranno le proprie quote nel capitale e, per la prima volta, anche CFI sta valutando di intervenire a sostegno di Art Lining. Un’azione di sistema che vede fin dalla nascita del WBO un ruolo centrale di Legacoop Emilia Ovest e che accompagna tutta la storia della cooperativa.
Art Lining lavora in un settore maturo e con bassa marginalità, ma nonostante questo si presenta all’appuntamento con questa diversificazione forte di una buona solidità: la sede, un capannone di 3.000 metri quadrati, è di proprietà e impianti e attrezzature sono completamente automatizzate, grazie anche all’acquisto nel 2022 di un nuovo centro di taglio grazie agli incentivi di Industria 4.0. “Ma la nostra forza principale – conclude Ghidoni – sono i soci e i lavoratori, che hanno accettato nella crisi grandi sacrifici pur di andare avanti e la cui passione è il motore di tutto quello che facciamo”.
Fonte: Coopfond