21 Nov
Il digitale è democratico perché in grado di raggiungere tutte e tutti superando confini geografici, economici e sociali. Proprio le tecnologie permetto infatti anche al mondo cooperativo di creare nuove opportunità di crescita e lavoro, pur mantenendo la sua principale peculiarità: la mutualità prevalente.
Emilio Boccalini, Vicepresidente Taxi Blu, ha portato il punto di vista del mondo cooperativo dei trasporti non di linea all’Assemblea nazionale cooperative trasporti e logistica di Legacoop Produzione e Servizi, ospitata a Milano lo scorso 9 novembre. Ha introdotto il suo intervento Daniele Conti, Responsabile Settore Trasporti e Logistica Legacoop Produzione e Servizi.
Dall’intervento di Daniele Conti
Noi associamo numerosissime cooperative di taxi e di noleggio; spesso balzano all’onore della cronaca e sono sottoposti anche a critiche, eppure svolgono un ruolo fondamentale all’interno delle città per la mobilità urbana, che ha bisogno dei servizi di trasporto pubblico non di linea.
Sul tema dello sviluppo delle multinazionali che offrono servizi di intermediazione tengo a specificare che non abbiamo mai contrastato lo sviluppo tecnologico all’interno delle città – assolutamente legittimo – di altri operatori, ma va fatto all’interno di un quadro di regole.
Il problema è che mancano le regole, i limiti e le differenze tra chi fa trasporto e utilizza degli strumenti di intermediazione e chi fa mera intermediazione: sono due attività differenti e che non possono essere paragonabili perché sennò c’è il rischio di mettere in crisi un modello di taxi che hanno scelto di operare in forma cooperativa.
Dall’intervento di Emilio Boccalini
Il settore del trasporto pubblico, non di linea, è da sempre sotto la lente d’ingrandimento di amministratori e legislatori, ma l’accelerata tecnologica degli ultimi 10 anni ha amplificato il volere iper legiferare.
L’ingresso in proprio dei nuovi player multinazionali ha generato in alcuni la convinzione che questa fosse la panacea di tutti i mali, che potesse risolvere i problemi di organizzazione e controllo, che potesse favorire l’utenza e creare posti di lavoro. La storia ha ampiamente dimostrato che questi player di fatto non creano nessun posto di lavoro, non favoriscono l’utenza, abbassano la qualità del servizio, azzerano la sicurezza dei trasportati ed infine non risolvono problemi ma, al contrario, accrescono i problemi sociali delle fasce più deboli.
Il modello delle multinazionali si è dimostrato vincente, sì, ma solo per pochi eletti; il mondo cooperativo fin dalla sua nascita va verso un’altra direzione, che è quella di mantenere e valorizzare anche economicamente le persone del lavoro: questo è quello che noi dobbiamo esaltare quando parliamo di cooperazione.
La struttura del nostro mondo cooperativo – antiquato per vulgata popolare – in realtà è quello che nel mondo taxi ha le potenzialità maggiori; le ragioni vanno ricercate nella specificità del comparto, formato nella stragrande maggioranza da piccoli imprenditori artigiani, mono titolari di licenza, che si consorziano per massimizzare gli investimenti e i costi, avendo quale unico vantaggio quello di veder crescere il loro lavoro; è di tutta evidenza che questo modello, che è quasi una specificità tutta italiana, non dovendo garantire dividendi e non avendo al proprio interno manodopera a basso costo da sfruttare, riesce a mantenere un livello qualitativo molto alto senza incidere minimamente sul costo finale per la clientela.
Il mondo taxi sta subendo un attacco senza precedenti dalla finanza. Sono fermamente convinto che questa sia in primis una battaglia categoriale e allo stesso tempo culturale che possa permettere di ribadire con forza la supremazia della politica sulla finanza, e la tecnologia ci può e ci deve venire in aiuto.
Perché la tecnologia permette di fare rete in modo organico, abbattendo i costi e mantenendo inalterate le specificità territoriali che nel nostro settore sono tutelate dalle leggi nazionali e sancite dalla direttiva Bolkestein. Il tutto in un contesto, come quello milanese, dove ben due strutture degli enti Legacoop di altissimo livello, Radio Taxi 8585 e Radio Taxi 4040, possono e devono essere prese da esempio non solo sul territorio nazionale ma addirittura in Europa.
Anche per questo come mondo cooperativo dobbiamo velocemente fare un grande lavoro culturale per far comprendere a chiunque voglia fare impresa che le reti e le tecnologie e nuovi strumenti sono una risorsa fondamentale per raggiungere due obiettivi: la crescita e la competitività. Dobbiamo entrare a pieno titolo nel mondo delle nuove tecnologie, mantenendo orgogliosamente alte la nostra peculiarità, prima fra tutte la mutualità prevalente.
Personalmente sono arrivato a conoscere il mondo cooperativo oltre una ventina di anni fa, e non ci ho messo molto a capire le potenzialità e la validità di questo modello organizzativo e apprezzarne il lato umano e sociale. Con l’avvento delle tecnologie, internet prima e le applicazioni dopo, mi sono poi apparse in tutta la loro evidenza le potenzialità di un modello che, nel rispetto delle persone, nel rispetto dei territori, può tranquillamente competere con modelli che la finanza e le multinazionali ci hanno imposto come unica strada per lo sviluppo. Credo profondamente che esiste un’altra strada che noi abbiamo il dovere di percorrerla orgogliosamente e divulgarla.
Accedi a Youtube per rivedere gli interventi completi dell’Assemblea cooperative logistiche e trasporti di Legacoop Produzione e Servizi.
Fonte: Fondazione PICO