Milano, Torre Unipol: viaggio nel cantiere dell’«Alveare» o «Nido Verticale», il nuovo grattacielo dal polmone verde costruito da CMB

Milano, 16 settembre 2021 – La prima delle due gru ha finito la sua fatica in quota, ed è rimasta «intrappolata» nel cantiere all’interno della torre. Sarà smontata dall’alto nei prossimi giorni, liberando quel cavedio di quasi 80 metri che ha contribuito a costruire attorno a sé e che è la caratteristica (non solo architettonica) del quartier generale del gruppo UnipolSai,ultimo tassello urbanistico mancante del piano Garibaldi-Repubblica pronto l’anno prossimo. Un grattacielo dalle forme ellittiche, sorrette da una griglia d’acciaio a vista («Diagrid»), e sezionato in vetta come l’ancia di uno strumento a fiato, con lo spazio vuoto pensato per essere un «polmone verde» affacciato sulla città.

I soprannomi

Dal montacarichi che scorre all’interno, il reticolato sembra un «alveare»: è uno dei soprannomi che circolano (dal «nido verticale» al «fischietto») per identificare l’ultima torre arrivata in Porta Nuova, l’unica a livello strada da via Fratelli Castiglioni, dove, all’ingresso, la trama ferrosa si alzerà come una veste mossa dal vento, svelando le forme femminili disegnate dall’architetto Cucinella.

Cantiere al minimo

«Ogni volta che passo da via Melchiorre Gioia guardo ammirato il certosino lavoro degli operai» raccontava qualche mese fa al Corriere un direttore lavori all’opera in una torre poco distante, per sottolineare l’avanguardistica complessità dell’opera, con un cantiere ridotto al minimo alle fondamenta in stile «Manhattan» (come accade nelle metropoli più dense degli Stati Uniti), ma come tutti alle prese con i costi e i ritardi delle forniture post-Covid dalla Cina. Qui i primi 17 dei 23 piani complessivi sono agganciati alla struttura e sostenuti come se fossero appesi a gruppi di tre, per mezzo di un sistema a maglie di catena rinforzato alle estremità verso il cavedio, che a sua volta avrà un lucernario a quota 80 metri a delimitare lo spazio del «bioclima» che nascerà tra le piante sospese, i riverberi della luce e i moti naturali dell’aria pensati per ottimizzare il rendimento degli impianti localizzati ai piani tecnici.

Giochi di luce

Per capire la mole di lavoro, oltre alle soluzioni ingegneristiche, si pensi alla quantità di aste metalliche della struttura esterna, inizialmente pensate in legno lamellare, che saranno tutte da raschiare e ridipingere del blu scuro Unipol a emergere dietro al cappotto esterno in un vedo-non-vedo tra la doppia pelle dell’edificio che sarà valorizzata grazie a giochi di luce notturni.

Ottocento lavoratori

La capienza complessiva del palazzo sarà di 800 lavoratori (48/54 al massimo per ogni piano dopo le sopravvenute esigenze pandemiche) con alla base una sala congressi da 230 posti e in vetta una serra. Gli uffici («agili») saranno fino al 16esimo piano, poi la serie di livelli dirigenziali, con una grande sala per il presidente e consiglio di amministratore proprio sotto al ristorante (al 22esimo piano) e al giardino pensile in vetta al 23esimo, ben esposto a Sud con la sezione della facciata inclinata a 60 gradi rispetto al suolo e con vista sulla città da 100 metri di altezza dove già sventola la bandiera italiana, come da usanza di cantiere (le imprese Cmb e Cefla sono attive dal post-Covid con una forza lavoro di circa 200 presenze giornaliere).

Design e capacità tecnica

I lavori, iniziati nell’ottobre del 2018, dovrebbero concludersi entro la fine del 2022. Dopo gli interrati, le opere di fondazioni (con varchi a ponte e scavalchi dato che qui sotto transita il passante ferroviario), la trama metallica inserita tra le facciate perimetrali e i solai in calcestruzzo con i vani per le scale e gli otto ascensori previsti, adesso ci si concentra sui telai delle facciate esterne e sulla posa dei pannelli di vetro (già arrivati al quinto piano). «La struttura in acciaio e la catena a maglia unica a vista che regge i piani — spiega Giuseppe Lobalsamo, responsabile immobiliare di UnipolSai — sono elementi industriali che esaltano la capacità espressiva di un edificio dalla importante complessità strutturale. Volevamo dare un messaggio architettonico, di design e di capacità tecnica per i nostri uffici milanesi come accade nelle grandi città europee».

 Fonte

16 Settembre 2021