Neomutualismo e cooperazione per un’Europa plurale, l’evento al CIRFOOD District

Giovedì 10 aprile a Reggio Emilia, al CIRFOOD DISTRICT, si è tenuto l’evento organizzato da Legacoop Emilia-Romagna e Legacoop Produzione e Servizi per parlare di Europa, lavoro e nuovo mutualismo.

Il neomutualismo riprende la radice storica della cooperazione e la rilegge con gli strumenti di oggi: governance trasparente, welfare aziendale, innovazione, partecipazione attiva dei soci e dei lavoratori. È un’evoluzione necessaria per affrontare mercati sempre più complessi senza perdere l’identità cooperativa. L’identità di un modello capace di stare dentro le trasformazioni globali, contrastare precarietà e disuguaglianze, e rafforzare legami con il territorio. E al centro c’è sempre la persona. E la cooperazione resta uno spazio di democrazia economica, dove le persone della base sociale e lavorativa sono il fulcro del progetto d’impresa.

In un’Europa attraversata da incertezze e tensioni, il modello cooperativo è una risposta concreta: costruisce sviluppo economico, sicurezza sociale e qualità dell’ambiente. Non da soli, ma in un perimetro europeo che sia davvero unito, autonomo e capace di parlare con una voce comune.

L’incontro si è aperto con i saluti istituzionali di Chiara Nasi, presidente CIRFOOD, che ha ospitato l’evento e di Gianmaria Balducci, presidente Legacoop Produzione e Servizi, che ha posto l’attenzione sui difficili e severi momenti che caratterizzano l’attuale scenario internazionale, da affrontare con l’approccio cooperativo di unione e condivisione. “La cooperazione è una forma d’impresa quanto mai attuale, che esprime eccellenze; imprese che possono competere sui mercati, mantenendo saldi i nostri principi cardine di società inclusive che mettono le persone al centro e guardano al futuro con una visione di lungo periodo“.

E’ seguita la relazione di Daniele Montroni, presidente di Legacoop Emilia-Romagna che ha ricordato come “il valore della produzione delle cooperative aumenta del 40% se aggiungiamo anche quello che deriva dalle imprese partecipate, controllate o possedute interamente dalle cooperative. Questa realtà ci pone di fronte al bisogno di coerenza con i principi cooperativi nella conduzione di queste attività. Vuol dire avere una governance di qualità, ricambio generazionale, investire sul welfare aziendale come fattore di nuova mutualità, assumere la conoscenza e la formazione, non solo come elemento per la crescita delle imprese cooperative, ma come strumento per ridurre le disuguaglianze e offrire pari opportunità alle persone”.

Al termine della prima parte dei lavori l’intervento di Enrico Letta, presidente dell’Istituto Jacques Delors, che ha ricordato come il nostro futuro non può che essere integrato ed europeo, e che la cooperazione in questo spazio c’è da sempre. “L’integrazione europea oggi è l’unica ancora di salvezza di fronte a queste tempeste. L’Europa deve scoprire di più l’economia sociale. L’impegno oggi con il mondo cooperativo è, per me, un segnale fortissimo per dire che l’Europa non è soltanto il gigantismo economico ma l’Europa è soprattutto persone, territori e economia sociale”.

Due tavole rotonde hanno arricchito la seconda parte della mattinata, per approfondire il tema del neomutualismo, cruciale per il futuro della cooperazione.

La prima, “Esperienze di Neomutualismo”, ha visto il racconto di tre realtà della cooperazione di produzione e servizi, testimonianze di come i valori e i principi cooperativi si realizzino attraverso varie forme societarie.

Il Vicepresidente/Direttore di Legacoop Produzione e Servizi Andrea Laguardia ha introdotto così i lavori: “Oggi parliamo di cooperazione che evolve: imprese che, pur adottando forme societarie diverse dalla classica cooperativa, realizzano valori mutualistici con strumenti nuovi. In un contesto competitivo che mette alla prova i nostri principi, queste esperienze mostrano come si possa innovare restando fedeli alla missione originaria: generare lavoro buono, legale e duraturo. È questa la nostra ossessione, il nostro impegno. Se siamo arrivati fin qui, dopo 140 anni di storia, è perché il movimento cooperativo non è mai stato uguale a sé stesso, con questo spirito dobbiamo costruire i prossimi 140 anni, illuminando il mondo del lavoro per difendere le persone dalle disuguaglianze, dalla precarietà e dallo sfruttamento, illuminandolo con tante luci, una diversa dall’altra“.

Laguardia ha inoltre ricordato nel suo intervento l’esperienza di Coopservice, una delle più significative del fenomeno del neomutualismo. La cooperativa, nel settore della vigilanza privata, ha scelto una strada coraggiosa: trasformare quel ramo in una SpA, interamente controllata dalla cooperativa. Non una rinuncia al mutualismo, ma una sua evoluzione. Ha mantenuto la governance cooperativa estendendo il welfare ai lavoratori, coinvolgendoli strategicamente e garantendo presenza etica nel settore. Un modo per affrontare un mercato complesso, rafforzando allo stesso tempo i legami cooperativi e promuovendo legalità e diritti nel settore. Un esempio di neo-mutualismo che rafforza l’identità cooperativa.

Alla tavola rotonda, moderata da Ilaria Vesentini de Il Sole 24 Ore, le testimonianze di:

Luca Mazzali, presidente di Adrilog: in un settore delicato come quello della logistica ha adottato modelli misti per salvaguardare la presenza cooperativa in un mercato spesso segnato da irregolarità. Grazie alla collaborazione con i clienti e all’adozione di strumenti condivisi, ha promosso legalità, tutela del lavoro e dignità professionale. Un modello che moralizza il mercato e innova nel segno della trasparenza.

Donato Montibello, vicepresidente di Mediterranei: Cooperativa informatica che adotta una struttura fluida con team mobili, lavoratori distribuiti geograficamente, modelli ibridi tra dipendenti e freelance. Una nuova forma di mutualismo digitale che attrae giovani talenti e interpreta i bisogni di una generazione che cerca senso e flessibilità.

Adriana Zagarese, presidente del Consiglio di Gestione del Consorzio Integra: nel campo delle infrastrutture ferroviarie, ha creato la società Trefili per aumentare la capacità competitiva delle PMI cooperative consorziate. Una risposta concreta alle dinamiche di mercato, dove la differenza resta il lavoro al centro e la crescita avviene senza perdere i valori fondanti.

La seconda tavola rotonda, “Neomutualismo e Cooperazione: un futuro plurale per l’Europa”, moderata da Ilaria Vesentini ha messo a confronto Daniele Montroni (presidente Legacoop Emilia-Romagna), Vincenzo Colla (vicepresidente della Regione Emilia-Romagna) e Simone Gamberini (presidente di Legacoop Nazionale) che ha sottolineato che “siamo di fronte a un’estensione del perimetro cooperativo che richiede una revisione delle regole, coerentemente con i nostri principi e valori, e strumenti aggiornati di governance“.

Nell’ambito dell’evento Legacoop Emilia-Romagna ha tenuto la propria Assemblea di metà mandato. Qui il comunicato stampa.

Nella cartella i documenti della giornata: NEOMUTUALISMO E COOPERAZIONE

11 Aprile 2025