15 Apr
Roma, 9 aprile 2019 – L’Africa, con le sue complessità, quello che la cooperazione italiana fa nel declinare alcuni principi e valori che sono alla base dell’essere cooperativa, le opportunità di partnership e collaborazione, il rapporto con le istituzioni e gli organismi sovranazionali ed internazionali, questi alcuni dei temi affrontati nel workshop che si è tenuto presso Legacoop nazionale, lo scorso 8 aprile.
L’evento, organizzato congiuntamente dall’Ufficio Relazioni Internazionali e Politiche Europee e Legacoop Produzione e Servizi, ha visto la partecipazione oltre che del Presidente Mauro Lusetti , del Vice Presidente Vicario di Legacoop Produzione e Servizi, Angelo Migliarini , di Stefania Marcone, responsabile dell’ufficio, di dirigenti di strutture associative Nazionali, Regionali e Territoriali di Legacoop ed imprese associate. Al fine di favorire una riflessione strategica sull’Africa con alcuni rappresentanti istituzionali, hanno partecipato, come relatori ospiti, il Prof. Alessandro Amadori, Consigliere per l’analisi politica ed economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Ufficio del Vice Presidente, Sen. Salvini); il Ministro Plenipotenziario Nicola Lener, Vice Direttore Generale-Direttore Centrale per l’Internazionalizzazione della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Dott.ssa Mary Khozaya, Consigliere tecnico del Direttore Generale Aggiunto della FAO per la strategia e la finanza per lo sviluppo, Roberto Ridolfi.
Il Presidente Lusetti, nella suo intervento introduttivo ha ricordato l’importanza, la delicatezza e la complessità delle relazioni coni Paesi africani, come pure i rapporti di antica data tra cooperative italiane e le cooperative e le comunità di molti paesi del continente. Lusetti ha sottolineato anche l’importanza di ragionare sull’Africa in un ottica di medio e lungo periodo, a fronte di alcune sfide e tendenze, come, ad esempio quelle demografiche, che attraversano il continente. La complessità è tale, ha sottolineato il Presidente Lusetti – che si fa fatica a tradurre le idee e le analisi in politiche concrete, invece dovremmo guardare l’Africa con uno sguardo lungo. Non è un caso, infatti, che negli ultimi anni alcuni Paesi abbiano visto con crescente interesse la loro presenza in Africa, come la Cina, l’India, il Brasile, ecc. che stanno acquisendo posizioni importanti negli scenari socio-economici del continente. Come sostengono alcuni studiosi, ha ricordato Lusetti, il futuro dell’Africa determinerà il nostro futuro e le sfide sono tali che le politiche devono essere europee, ancor di più se, come ipotizzano alcuni esperti, dovremmo pensare ad una macroarea verticale dal Nord Europa al Sud Africa. Il Presidente Lusetti ha anche ricordato, quanto i Paesi del Nord Africa si relazionino con il Sud Europa e non è certo con la chiusura dei porti ed altre politiche di respingimento- ha ribadito il presidente Lusetti – che fermeremo i flussi migratori che invece vanno gestiti. Inoltre, ha evidenziato Lusetti, con il riaccendersi del conflitto in Libia appare ancora più evidente quanto sia vitale per noi occuparci di Africa. La cooperazione può contribuire a trovare risposte sia in termini di accoglienza che di cooperazione internazionale, affinché i cittadini africani possano avere, attraverso l’associazionismo e l’imprenditoria cooperativa, un’opzione di sviluppo autoctono, e non siano costretti a lasciare i loro Paesi in cerca di opportunità di vivere una vita dignitosa.
Come Legacoop, ha ricordato Lusetti, abbiamo da sempre una vocazione internazionalista, di collaborazione in tanti Paesi in via di sviluppo, sotto l’egida dell’International Cooperative Alliance e sul piano bilaterale. Le cooperative sono presenti in molti Paesi africani e si sta assistendo ad un nuovo rinascimento della cooperazione, si contano oltre 250.000 imprese cooperative e 23 milioni di soci, una presenza ancora a macchia di leopardo, di poco superiore a quella della cooperazione nel nostro paese- ha sottolineato Lusetti- quindi il rafforzamento e la diffusione delle cooperative in Africa può davvero essere un’opzione di sviluppo sostenibile.
Il Vice Presidente Vicario di Legacoop Produzione e Servizi, Migliarini, nell’aprire la sessione di lavoro ha voluto sottolineare l’ interesse della cooperazione verso l’Africa, di natura politico-istituzionale e solidaristica , ma anche per le opportunità che il modello distintivo dell’impresa cooperativa può rappresentare per i percorsi locali di auto sviluppo, senza tralasciare le opportunità di collaborazione che possono nascere da questi percorsi. Il Vice Presidente Migliarini ha presentato l’approccio operativo del Tavolo, invitando i partecipanti ad interagire con gli ospiti relatori e a presentare le rispettive esperienze e riflessioni.
Il Presidente Lusetti ha poi citato l’approccio delle cooperative italiane verso l’Africa, che parte da un forte coinvolgimento delle comunità locali, in un rapporto paritario, mettendo a disposizione assistenza tecnica, consulenza, servizi di supporto alla nascita di cooperative e promuovendo, laddove possibile, gli scambi tra imprese. Il Presidente Lusetti,ha ribadito che “ il nostro vero obiettivo è quello di contribuire a far crescere un movimento cooperativo autoctono”. Da un monitoraggio su un campione di 44 imprese cooperative, 3 ONG e 3 Associazioni, quindi assolutamente parziale, negli ultimi anni, come Legacoop, abbiamo realizzato 40 progetti in vari Paesi dell’Africa per un valore di oltre €6 milioni con caratteristiche interessanti: approccio inclusivo, partecipativo e paritario delle comunità, partnership con vari attori italiani e del paesi d’intervento, replicabilità dei progetti, autofinanziamento da parte delle cooperative italiane, rispetto delle culture e tradizioni locali senza imporre modelli dall’esterno, con l’obiettivo comune, indipendentemente dal settore e dal paese, di promuovere attività generatrici di reddito e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni. Concludendo il suo intervento introduttivo, il Presidente Lusetti, ha sottolineato che, facendo tesoro degli errori del passato, il Tavolo Legacoop vuole rappresentare il rinnovato interesse ed impegno verso l’Africa dell’Organizzazione, in collaborazione con le strutture ed imprese cooperative e i molteplici partners, come pure, ovviamente, con le istituzioni italiane, europee ed internazionali. Il Presidente Lusetti ha auspicato, anche a fronte della sensibilità delle Organizzazioni Cooperative Italiane al tema, come dimostrato da un recente evento organizzato da Confcooperative alla presenza del Vice Presidente del Consiglio Salvini, che, come Alleanza delle Cooperative Italiane , sulla base del lavoro comune all’interno del documento strategico “Cambiare l’Italia Cooperando” centrato proprio sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e l’Agenda 2030 e in materia di cooperazione allo sviluppo, possa nascere sempre più un’attività comune verso l’Africa, che è di vitale importanza.
Il Prof. Amadori, nel ringraziare Legacoop e Legacoop Produzione e Servizi per aver organizzato questo incontro, ha portato, al Presidente e ai partecipanti, il saluto del Sen. Salvini. Il Prof Amadori, nel suo intervento, ha ripreso alcuni spunti del Presidente Legacoop come quello di un continente verticale, dal Nord Europa al Sud Africa. In merito alla crescente centralità dell’Africa, il Prof Amadori ha citato quanto, nel corso degli ultimi anni, sempre più ricerche ed articoli sulla stampa siano dedicati all’Africa, l’ultimo grande bacino di risorse, e questo spiega, in parte, anche il rinnovato interesse per l’Africa della Cina, ad esempio, con ingenti investimenti ; altro tema caldo è quello della corsa ad acquistare terreni in Africa, forma di nuovo colonialismo economico. Il Prof. Amadori, che da settembre si occupa dell’Africa ed ha supportato il Governo nell’ elaborare la strategia “ Africa beyond Aid”, ha condiviso con la platea che l’ idea è stata avanzata dal Presidente del Ghana (Nana Akufo-Addo), uno dei Paesi con maggiori prospettive di sviluppo, che, in occasione di un vertice, ha detto “non abbiamo bisogno solo di sacchi di farina o medicinali ma abbiamo bisogno di partnership”. L’Africa non si svilupperà solo con gli aiuti, ha proseguito Amadori, ma quando saremo capaci di vedere il continente come opportunità. E’ evidente che a fianco di Paesi con importanti tassi di crescita ve ne sono molti altri che devono affrontare il sottosviluppo . Cosa può fare l’Italia? Il Prof Amadori, che è un estimatore da molto tempo del modello cooperativo, ha proposto di “esportare” il modello cooperativo italiano, che più degli impianti delle multinazionali potrebbe rappresentare un volano di sviluppo locale . Il Prof Amadori ha poi citato i dati della cooperazione a livello mondiale, che coinvolge un settimo della popolazione della terra, un attore importante, come riconosciuto dall’ONU, nel coniugare economia ed aspetti sociali, la globalizzazione è un fenomeno irreversibile – ha proseguito il Prof Amadori – ma esistono vari modelli di globalizzazione, e la cooperazione, centrata sulle persone, è un naturale argine alla globalizzazione “rapace” . Il prof Amadori ha poi voluto sottolineare quanto la diffusione di modelli cooperativi riducano la conflittualità tra Stati, infatti, spesso, le cooperative sono tra le prime forma d’impresa a rinascere creando buona occupazione, sicurezza alimentare, coesione ecc.
Il Prof. Amadori ha ribadito la sua profonda convinzione in merito al ruolo delle cooperative, modello che funziona in Italia e proiettato nel mondo, basti pensare all’impegno in materia di cooperazione allo sviluppo,un modello d’impresa basato su valori e principi, e i valori devono alla base dell’economia, come ricorda la Dottrina Sociale della Chiesa: il futuro non sarà degli “animal spirits” ma di chi metterà alla base i valori, che s’incarnano nel territorio. “Tutto questo per riaffermare ancora una volta, che vi è un modello, quello cooperativo che funziona, che potrebbe persino farsi sentire di più, aggregarsi e coordinarsi maggiormente a livello mondiale, fare massa critica ”, il progetto “Africa Beyond Aid”, che non è in contrasto con la cooperazione allo sviluppo italiana ma si integra con essa, vorrebbe portare l’Africa oltre la logica dell’aiuto, attraverso progetti di crescita comune, sperimentando altri modelli di sviluppo che coniughino responsabilità e sviluppo economico. L’Africa, ha concluso il Prof Amadori, dovrebbe essere patrimonio dell’umanità per la sua biodiversità , in fondo l’umanità nasce in Africa, ricordare le nostre origini per crescere insieme, nella speranza che i ns. posteri, ha concluso Amadori, siano migliori di noi “ ai ragazzi impegnati sulle tematiche ambientali, guidati dalla nuova Giovanna d’Arco, Greta Thumberg, dobbiamo lasciare un mondo migliore e abbiamo solo 12 anni per invertire la tendenza , dobbiamo agire in modo visionario, credo che un alleanza tra Governi e cooperative possa essere una chiave interessante di sviluppo”
A seguire sono intervenuti il Ministro plenipotenziario Nicola Lener, Vice direttore Generale-Direttore Centrale per l’Internazionalizzazione- Direzione Generale per la promozione del Sistema paese del Ministero degli Esteri e della cooperazione Internazionale che ha presentato l’attività della Farnesina nel quadro dell’azione di Governo per sostenere l’internazionalizzazione delle imprese italiane in Africa e la Dott.ssa Mary Khozaya, Consigliere tecnico del Direttore Generale Aggiunto della FAO, Roberto Ridolfi, che ha parlato del settore agroalimentare nell’Agenda 2030, degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, degli investimenti nel settore agroalimentare, del Piano Europeo per gli investimenti esterni e del ruolo della FAO e delle cooperative, come attori dello sviluppo sostenibile in Africa e non solo.
Molti interventi da parte dei rappresentanti delle strutture associative Legacoop e d’imprese di vari settori (agroalimentare, consumo, progettazione, archeologia, fair trade, energie rinnovabili) che hanno condiviso con i relatori ospiti i rispettivi progetti, le difficoltà incontrate e le opzioni di future attività .
Il Vice Presidente Vicario Migliarini nel chiudere i lavori ha sottolineato che “quello che ci viene esplicitamente manifestato è il combinato disposto di un interesse politico/operativo sia nei confronti delle nostre capacità imprenditoriali ed insieme nei confronti del modello distintivo d’impresa: e’ la formula cooperativa ad aggiungere valore perché capace di creare valore sociale oltre che valore remunerativo.E’ una chiamata a sistema. Nel ringraziare i relatori ospiti, Migliarini ha sottolineato che rappresentanti delle istituzioni ci invitano ad essere protagonisti e partners di una progettualità diffusa verso l’Africa e, raccogliendo l’invito alla collaborazione, il primo obiettivo concreto del tavolo Africa sarà di elaborare, nel più breve tempo possibile, alcuni progetti, aventi come oggetto il trasferimento di Know how e la creazione d’impresa in alcuni settori che vantano un’eccellenza cooperativa e che possono avere un impatto positivo sui bisogni e le necessità locali, come ad esempio l’ambiente, la ristorazione, l’agro-alimentare, l’energia, le costruzioni d’impianti, la logistica, ecc. ,dei paesi dell’Africa centro occidentale (Ghana, Nigeria… Golfo di Guinea). L’Africa e’ in una fase di prima industrializzazione che va pensata in una ottica di sostenibilità.
In questo percorso, ha concluso Migliarini, auspichiamo in una proficua collaborazione con le istituzioni impegnate in Africa e per l’Africa ai vari livelli.