28 Feb
Promuovere lo sviluppo dei workers buyout (wbo) in Veneto come strumento efficace di politica industriale e, al contempo, di politica attiva per il lavoro. È l’impegno congiunto assunto da Legacoop Veneto, Cgil, Cisl e Uil Veneto attraverso un protocollo d’intesa siglato il 23 febbraio, presso la sede di Veneto Lavoro a Mestre-Venezia, dai vertici delle quattro organizzazioni.
Forti in Veneto di un modello eccellente – che vede oggi un sistema di attori codificato oltre che un percorso di step ben definiti –, i workers buyout (wbo) finora realizzati hanno consentito il recupero e la rigenerazione di aziende fallite o in gravi difficoltà, stimolando la partecipazione dei lavoratori e contribuendo a salvaguardare pezzi significativi di economia e di imprenditorialità veneta, know-how e occupazione in un settore produttivo strategico come quello manifatturiero.
A fare da apripista Legacoop Veneto, che ha accompagnato le esperienze nell’intero percorso; in alcuni casi, in particolare, è stata fondamentale la funzione dei sindacati. Consapevoli delle evidenti potenzialità dei wbo per il territorio, oggi le quattro organizzazioni si schierano in prima linea e condividono alcune linee guida per poter agire insieme, con l’obiettivo di estendere l’utilizzo dello strumento anche in situazioni di difficile o mancato passaggio generazionale, oltre che in quelle di crisi aziendale.
Nel concreto, il protocollo prevede l’istituzione di un Osservatorio, composto da rappresentanti competenti di tutte le organizzazioni, e la gestione congiunta dei percorsi di possibili wbo.
L’Osservatorio si occuperà di condividere i casi ora in fase di analisi, monitorare le crisi in corso e segnalare situazioni compatibili alla creazione di wbo, ma anche di diffondere la conoscenza dello strumento e promuovere percorsi formativi per gli operatori delle organizzazioni sindacali; ancora, di definire una sorta di “check list” di precondizioni minime per la costruzione di un percorso di wbo che abbia la prospettiva di poter essere realizzato e, infine, di mettere in atto una costante attività di tutoraggio rispetto ai percorsi avviati.
Per quanto riguarda invece la gestione dei percorsi di possibili wbo, Legacoop Veneto effettuerà una prima analisi di fattibilità e, in caso positivo, supporterà i lavoratori nella costituzione della cooperativa e nell’accesso alle risorse finanziarie necessarie, mentre i sindacati sosterranno i lavoratori nell’ottenere le agevolazioni previste dalla cosiddetta “legge Marcora” (a cui si deve negli anni ’80 l’introduzione di un fondo rotativo per la creazione di imprese cooperative tra dipendenti di aziende in crisi) e dai decreti che disciplinano l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in via anticipata per l’avvio di un’attività d’impresa.
In quindici anni sono 10 i wbo nati in Veneto con l’accompagnamento di Legacoop, che hanno visto più di 160 lavoratori e lavoratrici dipendenti o ex dipendenti costituirsi in cooperative. Oggi le persone occupate sono quasi 250, e il loro lavoro produce un fatturato di oltre 35 milioni di euro.
Tra i casi le già note eccellenze di Cooperativa lavoratori Zanardi, D&C Modelleria (Vigodarzere) e la cooperativa sociale Levante nel Padovano, nel Rodigino Kuni (Badia Polesine), nel Veronese Cooperativa Fonderia Dante (San Bonifacio), infine Sportarredo Group (Gruaro) e, ultima nata a seguito di un mancato passaggio generazionale, Damin nel Veneziano.
“Mettiamo a disposizione e a patrimonio tutta la nostra esperienza e le specifiche competenze fino ad oggi sviluppate in materia di wbo – evidenzia Devis Rizzo, presidente di Legacoop Veneto –, perché abbiamo toccato con mano i risultati concreti dei percorsi avviati, in termini di tenuta e di effettiva sostenibilità dei progetti. Siamo convinti che quella cooperativa sia la forma più consona ed efficace anche per rimettere al centro l’impresa come bene comune di una comunità e di un territorio, e per valorizzare in misura significativa e straordinaria il ruolo dei lavoratori”.