20 Mar
Belluno, 15 marzo 2024 – Promuovere il Workers Buyout (WBO) come strumento di intervento in situazioni di crisi aziendali, ma anche per risolvere casi di mancato o difficile passaggio generazionale, criticità molto presente per le piccole e medie imprese nel Bellunese come nel resto del Veneto.
È l’intento del protocollo d’intesa sottoscritto stamattina da Appia CNA Belluno e Legacoop Veneto, al termine del partecipato convegno “Passaggio generazionale, impresa e territorio”, svoltosi a Castion (Belluno).
Un accordo che prevede che i due firmatari condividano il monitoraggio di potenziali percorsi di WBO da avviare sul territorio e la valutazione della loro fattibilità, a partire da un’analisi dei prerequisiti necessari.
Una sala convegni gremita, quella del ristorante Nogherazza, che ha visto un pubblico variegato, composto in particolare da rappresentanti di istituzioni, aziende e professionisti di vari settori, interessati a scoprire di più sul WBO.
In sintesi, questo strumento prevede l’acquisizione della proprietà di un’azienda da parte dei lavoratori con l’obiettivo di portare avanti il know-how dell’impresa, nel caso di una sua eventuale chiusura, mantenendo al contempo anche il posto di lavoro.
Un modello che sta prendendo sempre più piede anche in Veneto con alcuni casi già avviati in diverse province della regione, proprio grazie all’accompagnamento e al supporto di Legacoop Veneto.
Il convegno ha visto l’intervento del sociologo Diego Cason che ha presentato un’analisi sull’evoluzione del sistema della medio piccola impresa nel territorio bellunese.
Michele Pellegrini di Legacoop Veneto ha poi illustrato lo strumento e i casi esistenti in Veneto nell’intervento “I WBO: funzionamento e strumenti di sistema”.
Hanno chiuso i lavori, dopo il contributo delle organizzazioni sindacali, gli interventi dei presidenti che hanno firmato il protocollo.
Una possibilità, quella del WBO, cui potrebbero iniziare a guardare fin d’ora anche le piccole medie imprese bellunesi, alla luce anche della situazione attuale, non certo rosea, illustrata dal sociologo Cason.
I dati attestano una riduzione, dal 2000 al 2023, del 14%, delle imprese attive in provincia di Belluno e un’ancora più pesante decrescita delle imprese attive artigiane del 22,6%; sono anche le conseguenze di un calo, nello stesso periodo, di un 5,5% dei residenti e di un ancor più grave -15% della popolazione in età lavorativa.
“L’iniziativa di promuovere la costituzione di nuove società cooperative rappresenta un’opportunità concreta per affrontare le sfide che le nostre imprese devono sostenere, come le crisi aziendali e la mancanza di ricambio generazionale. La collaborazione tra le nostre associazioni – che mette insieme elementi chiave quali rappresentanza, specializzazione nei servizi, capillarità di presenza sul territorio, opportunità di accedere a risorse finanziarie importanti – ci permetterà di analizzare attentamente la fattibilità di questa soluzione e di supportare le imprese interessate nel processo di transizione verso una nuova forma di gestione”, spiega il presidente Appia CNA Belluno Massimo Sposato.
“Come Legacoop Veneto mettiamo a disposizione e a patrimonio della partnership tutta la nostra esperienza e le specifiche competenze fino ad oggi sviluppate in materia di WBO”, sottolinea il presidente di Legacoop Veneto Devis Rizzo. “Siamo convinti che questo strumento, di cui abbiamo toccato con mano i risultati concreti, in termini di tenuta e di effettiva sostenibilità dei progetti, possa giocare un ruolo chiave nel territorio bellunese perché consente di salvaguardare pezzi significativi di economia e di imprenditorialità, di know-how e occupazione. Questo accordo dà concretezza al nostro impegno a diffondere nel Bellunese il modello cooperativo, anche alla luce delle belle esperienze oggi attive, come quelle delle cooperative di comunità”.